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Cappella dell'Addolorata a Secondigliano

IN NAPOLI

Riportiamo qui il testo integrale e le foto tratte

da una pubblicazione a cura della
Scuola Media Statale "Tito Lucrezio Caro"
di Secondigliano (quartiere di Napoli)
in occasione dell'iniziativa del Comune di Napoli
Maggio dei Monumenti 2001

* * *

Vincenzo Galloppi

Gli affreschi che decorano il soffitto della Cappella dell'Addolorata sono stati realizzati da Vincenzo Galloppi, stimato pittore che ha dato un degno contributo alla vita artistica napoletana tra l'Ottocento e il Novecento. Egli nacque a Napoli il 30 novembre 1849 e morì nel 1942. Visse un'infanzia serena. Ben presto manifestò la sua versatilità nell'arte pittorica, anche perché aveva il nonno paterno che era già pittore dello scorcio del Settecento. I suoi progressi furono rapidi e disegnò e dipinse gli aspetti più caratteristici e pittoreschi di Napoli. Fu chiamato a dipingere gli angeli del Battistero di S.Giovanni dei Fiorentini e fu di valido aiuto nel decorare la biblioteca del Conservatorio di Musica di S. Pietro a Maiella.
Il maestro Perrici richiese il suo
aiuto per realizzare restauri nel Duomo di Napoli. Frequentò assiduamente l'Istituto Belle Arti e dipinse, appena diciottenne, una Sacra Famiglia, una Natività e un Concerto di Angeli.

Ebbe rapporti d'amicizia con Gabriele Smargiassi e Gioacchino Toma. Iniziò la sua attività di affreschista e decoratore e nello scorcio dell'Ottocento dipinse soggetti storici e plafonds nella casa dello statista Francesco Crispi. Inoltre creò scene per il teatro di Eduardo Scarpetta. Eseguì lavori in molte  Chiese di Napoli e Provincia (Scafati, S. Pietro a Patierno, Secondigliano, Portici, ecc.), rappresentando la vita dei santi protettori locali e di Gesù. Nel 1893 si trasferì in Grecia per seguire i lavori dell'Achilleion. Quando ritornò a Napoli dipinse molte tele dai soggetti più vari ed anche sipari per alcuni teatri. Realizzò opere folcloristiche per i Festivals Napoletani. Pertanto, era stimato da molti e si rivelò "un lavoratore instancabile" fino a tarda età, dipingendo con immediatezza e spontaneità. Visse un periodo storico pieno di avvenimenti rilevanti: le guerre d'indipendenza, la proclamazione del Regno d'Italia (1861),  i problemi dopo l'Unità, la prima guerra Mondiale e parte della seconda.
Morì il 12 gennaio 1942, a novantadue anni compiuti e vissuti come un "umile tra gli uomini".


Le Opere


Molte opere del Galloppi si trovano a Napoli, nella Chiesa di S. Nicola da Tolentino, in S. Maria dell'Avvocata, nella Chiesa di San Gennariello al Vomero, nella sacrestia della Basilica dell'Incoronata a Capodimonte, nella Parrocchia di S. Domenico Soriano a Piazza Dante, in quella di S. Pietro a Patierno, nella Cappella dell'Addolorata di Padre Gaetano Errico in Secondigliano e nella Chiesa di San Rocco in Pietramelara (CE).
L’opera principale e forse la più complessa del Galloppi è però la completa decorazione della Chiesa di S. Ciro a Portici.
Altre sue opere fuori Napoli sono nella Chiesa del Clero di Gesù e Maria a Castellammare di Stabia, a Scanzano, a Taranto ed a Corfù, in Grecia.
L'artista faceva precedere ogni sua opera da un lungo e minuzioso lavoro preparatorio, costituito da studi approfonditi delle composizioni e dei singoli personaggi.
Di seguito si può vedere uno schizzo elaborato dall'artista che denota accuratezza e precisione prima di passare al lavoro vero e proprio.



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La cappella dell’Addolorata

Nel 1894 ebbero inizio i lavori per l’abbellimento e l’ampliamento della cappella dell’Addolorata ed il compito di affrescare il soffitto della navata centrale fu affidato a Vincenzo Galloppi, che completò i lavori nel 1906.

Proprio sull’altare maggiore l’artista raffigurò l’apparizione di S. Alfonso dei Liguori a padre Gaetano Errico, durante un ritiro spirituale a Pagani. Questo affresco è stato scoperto durante i lavori di restauro avvenuti dopo il terremoto del 1980, poiché era coperto per tutta la sua grandezza da una tela ad olio raffigurante i Sacri Cuori. Pertanto, l’affresco ha conservato intatta la brillantezza dei colori.






L’affresco successivo rappresenta il martirio dei sette fratelli Maccabei,
che furono torturati insieme alla loro madre per ordine di Antioco, re della Siria.






L’affresco centrale è quello più grande e rappresenta la gloria di Maria.
Nella parte alta della composizione si vedono in prospettiva voli di angeli in un tripudio di luce.
Mentre ai piedi della Vergine sono dipinti i Santi in contemplazione.





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In fondo alla navata centrale, proprio sull’ingresso della Cappella,
un affresco rappresenta il sacrificio di Isacco sul monte Moria.






Sulla volta del soffitto della navata centrale il Galloppi affrescò sette lunette rappresentanti i sette dolori di Maria.


Prima lunetta  La presentazione di Gesù al tempio e
l’incontro con il vecchio Simeone, che predice il futuro dolore alla Madonna






Seconda lunetta  
La fuga in Egitto della Sacra Famiglia





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Terza lunetta La Madonna e San Giuseppe ritrovano Gesù fanciullo nel tempio che parla con i dottori.






Quarta lunetta  Gesù condannato a morte incontra la madre sulla strada del calvario.





Quinta lunetta  La crocifissione di Gesù dinanzi alla Madre.




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Sesta lunetta La deposizione di Gesù dalla croce tra le braccia della Madre.





Settima lunetta  La deposizione di Gesù nel sepolcro.






In queste sette lunette è mirabilmente sottolineata la presenza della Madonna nelle tappe fondamentali della vita di Gesù. La Madonna è dipinta sempre con gli stessi colori e con lo stesso viso per dare continuità alle scene rappresentate.

Sulle pareti che sovrastano l’altare maggiore , l’artista ha affrescato gli Angeli della Passione:

L’angelo della Croce’adorazione dei Sacri Cuori Veronica che tiene tra le mani il telo raffigurante il volto di Gesù’angelo con la corona di spine.

In seguito  ai danni causati dal terremoto del 1980, gli affreschi sono stati tutti recentemente restaurati a cura della Sovrintendenza ai Beni Culturali e, pertanto, queste opere sono ben conservate e  denotano ancora oggi freschezza di colore, naturalezza e maestria.
L’eccezionale capacità pittorica del Galloppi ha dato a questi affreschi non solo eleganza di disegno, ma anche e soprattutto una tale originalità di composizione che si ammirano sempre con immenso piacere.


A cura della :

Scuola Media Statale “Tito Lucrezio Caro”

Dirigente scolastico :
Giovanna Maria Iorio
Referente :                  Maria La Sala
Professori :                 A. De Luca, M. La Sala e M. Pacchioli



Di seguito lo schizzo del Galloppi, qualche panoramica della Chiesa e alcuni particolari dei dipinti




Nota finale di Antonio  Parmiciano 1997 :
i restauri sono stati eseguiti in modo maldestro e
alcuni dipinti risultano rovinati in maniera irreversibile.



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