Statigliano
Chiesa di Santa Margherita
Nella frazione di Statigliano del comune di Roccaromana vi è la Chiesa di Santa Margherita sorta nel sec. XVII dall'unificazione di due antiche cappelle.
Sul soffitto c'è un affresco risalente al 1910, e raffigura il martirio di Santa Margherita V.M. avvenuto tramite decapitazione.
L'affresco, secondo la memoria popolare, è di Vincenzo Galloppi ed era firmato, è stato restaurato nel 1985, ma al di sotto si legge la firma di colui che ha curato il restauro. Un restauro che tra l'altro non è stato dei più felici : i colori sono troppo vivaci per lo stile del Galloppi e anche se i volti ricordano quelli suoi tipici, non si riconoscono per la maestrìa a cui siamo abituati. (Maurizio Parmiciano)
Nei link seguenti si evince la paternità al Galloppi :
www.statigliano.it/1/parrocchia_1656851.html
www.comuneroccaromana.it/1/storia_di_roccaromana_2181445.html
di seguito le foto e un ulteriore articolo tratto da un sito web
IL SASSOLINO DELLA CULTURA 3/2012 -
VINCENZO GALLOPPI
21 marzo 2012
Questo mese nella nostra rubrica tratteremo brevemente la figura del pittore Vincenzo Galloppi, il quale operò anche a Roccaromana, Statigliano e Pietramelara.
Nato a Napoli nel 1849, visse una lunga vita morendo a 93 anni il 12 gennaio 1942, in una Napoli devastata dai bombardamenti della guerra. Notevole fu la sua carriera artistica; imparò a leggere e a scrivere da un prete e, avendo manifestato fin da bambino la sua abilità per il disegno, fu indirizzato all'arte da suo nonno paterno Andrea, pittore napoletano tardo settecentesco. Durante la gioventù, ebbero una certa importanza, nella sua formazione, Caravaggio con il suo luminismo, lo Spagnoletto (grande pittore spagnolo del Barocco, che operò molto nel Meridione) con la sua potenza veristica e il suo compaesano Francesco Solimena con i suoi affreschi, stimolandolo allo studio della prospettiva e dell'architettura, sotto la guida del suo primo maestro Ignazio Perricci. L' attività del Galloppi, principalmente riguardante l' ambito religioso, si svolse in numerose chiese del Sud, tra cui Napoli, Taranto, Scafati, Solofra, Secondigliano ecc..., rappresentando per la maggior parte vicende legate ai santi protettori locali e alla vita di Gesù. Oltre all'arte sacra, ebbe delle collaborazioni con Eduardo Scarpetta, per il quale ideò diverse scene per il suo teatro, ma la sua carriera raggiunse il culmine quando fu chiamato dall'Imperatrice Elisabetta d'Austria per la realizzazione di alcuni lavori all'interno della Villa Achilleion a Corfù, in Grecia.
Qui eseguì dipinti e disegnò progetti di decorazione sia per l'interno sia per i giardini della residenza estiva imperiale. Stimato da molti, adulato da alcuni per ottenere gratis il proprio lavoro, donatore di disegni quando qualche amico in difficoltà si rivolgeva a lui, nonostante vivesse in maniera agiata grazie ai lauti pagamenti dei committenti, si dice che durante i suoi lavori era solito mangiare un tozzo di pane con delle olive, ad indicare il suo stile di vita particolarmente parsimonioso. "Pittore dalla gagliarda e arguta vecchiezza operosa", scrisse di lui il giornalista e critico Mario Stefanile, continuò a lavorare fino agli ultimi giorni di vita. Ha realizzato "San Cataldo che salva un gruppo di pescatori durante una tempesta in mare" per la Chiesa San Cataldo di Roccaromana (1910), il "Sacrificio di Santa Margherita" per la Chiesa Santa Margherita di Statigliano, ha affrescato le cappelle laterali, le parti dell'abside e la cupola per la Chiesa San Rocco di Pietramelara.
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