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S. Maria di Caravaggio

IN NAPOLI

Ancora distruzioni. E furono molte per i lavori eseguiti il 1912 in S. Maria di Caravaggio. Infiltrazioni d'umidità cancellarono anche il grande affresco della volta, opera di Vincenzo Galloppi che moltissimi Napoletani ricordano. Intanto il Barnabita P. D. Mataloni che incluse la riproduzione di detto affresco nella sua menzionata pubblicazione: "Chiesa e Cripta di S. Maria di Caravaggio", ci fa sapere che volle conoscere di persona il "figurista" Vincenzo Galloppi e ci dà conferma di lavori eseguiti dal medesimo, talvolta anche assieme al decoratore" Girolamo Nicolella, nelle Chiese di S. Giuseppe a Pontecorvo, della Trinità alla Cesarea, nella Cappella delle Figlie della Carità all'Arco Mirelli, al Museo Nazionale, a S. Martino, nella Sala Bagnara e altrove.
Tornando alla Chiesa di Caravaggio, "Mi è stato assicurato" - riferisce l'Autore - "che il disegno o bozzetto (del Galloppi, s'intende) per il cennato restauro, essendo stato esibito alla R. Cobbissione per la conservazione dei pubblici Monumenti, ne abbia riportato un ben lusinghiero giudizio con queste parole: "Mirabile! C'è vita, sentimento, carattere". Mentre l'Architetto Cav. Cristoforo De Luise definiva il bozzetto: "Lodevole per architettura, armonia, esecuzione". E poi: "Ugual giudizio sì è formato da altri non pochi".
Ed ecco a parlare dell'affresco centrale:
"In quell'immenso ovale che rappresenta una superficie di cinquantotto metri quadrati incirca, l'artista - V. Galloppi - vi ha espresso una scena grandiosa e gloriosa, vale a dire S. Antonio Maria Zaccaria, fondatore dei Barnabiti e delle Vergini Angeliche il quale istituisce le solenni Quarantore". E continua: "A questa scena riprodotta dall'artistico pennello con tanta naturalezza e maestria fan corona in medaglioni a chiaro e scuro alcuni dei non pochi Santi che ebbero qualche relazione coi PP. Barnabiti".
Santi che in particolare sono: S. Pio V, S. Filippo, S. Paolo della Croce, S. Luigi Gonzaga, S. Giovanna Francesca di Chantal, S. Maria Francesca delle cinque Piaghe.
Sempre in S. Maria di Caravaggio: S. Pietro e Paolo in chiaro e scuro (ai lati dell'antica tela "La Natività della Vergine" di Gaetano Gigante. Grande lunetta sul maggiore altare:
S. Antonio Maria Zaccaria, i due Venerabili S.A. Morigia, B. Ferrari con altri religiosi. Seconda grande lunetta sulla cantoria: Concerto di Angeli. Piccole lunette sui finestroni: S. Carlo Borromeo, S. Francesco di Sales, S. Giuseppe Calasanzio, il Beato Pompilio. A fianco di finte finestre alcune donne dell’ Antico Testamento coi noti fatti storici ivi rappresentati: Giuditta e Oloferne, Esther e Assuero, Ruth e Noemi, Abigail e David. Nella Cappella di S. Paolo e S. Antonio e nella Cappelletta della Madonna, decorazioni varie. Quattro decorazioni imitanti arazzi, olio su stucco, tra i pilastri. Le dorature di tutti i fregi disegnati dal Galloppi furono fatte "senza risparmio" per le quali, precisa l'autore, "si è adoperato l'oro più puro, il così detto napoletano”.
Il Barnabita così conclude: "Delle altre cose artistiche che avrete senza dubbio ammirato in questa Chiesa, non dico niente. Ho voluto esservi di guida e scorta soltanto per la parte nuova o rinnovata”
Ora, se dal solo nuovo o rinnovato si esclude l’esecuzione degli ornati, la parte creativa elencata riguarda esclusivamente il pennello del Galloppi e i progetti del medesimo.
Ma di tanto che resta? Pochissimo: Sei santi in chiaro e scuro, alcune decorazioni e il ricordo di quest'opera affidato alle citate testimonianze.


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