Portici

NAPOLI PROVINCIA

S. CIRO - Tornando all'affresco, una delle principali e più complesse opere del Galloppi è costituita dalla totale decorazione di S. Ciro a Portici. Eccone la consistenza:
Nel Presbiterio grandi affreschi rappresentanti, a sinistra:
la presentazione al Tempio, firmato e datato: Vincenzo Galloppi 1920; A destra: lo sposalizio della Vergine, firmato. Questi due affreschi si trovano allo stato originario, senza restauri.
Navata principale: sull'entrata Coro di Angeli e quattro lunette che rappresentano le Virtù cardinali: Giustizia, Fortezza, Prudenza, e Temperanza. Sei lunette sulle arcate di detta navata.
A destra: S. Cirillo, S. Gregorio Magno, Sant'Agostino, S. Bonaventura, S. Bernardino da Siena, S. Alfonso. Sei lunette sulle arcate di sinistra: S. Giovanni Crisostomo, S. Girolamo, Sant'Ambrogio, S. Tommaso, S. Bernardo, S. Francesco di Sales.
Nella volta tre soggetti: l'Annunciazione - La Visitazione - L'Assunzione di Maria Vergine.
Navata di destra, nella volta: S. Giovanni battezza Gesù nel Giordano. Dodici medaglioni con santi. Più avanti nella volta; Il Divin Pastore e la pecorella smarrita e ancora due lunette con Apostoli.
Navata di sinistra; Dodici medaglioni con santi e angeli. Sovrapporta dell'Arciconfraternita del SS. Sacramento - Angeli in adorazione del Santissimo.

Cappella di S. Ciro, protettore di Portici. Nella volta: Il Santo portato da Angeli sulla Piazza della cittadina. Altri soggetti: S. Ciro in prigione - S. Ciro e un pretoriano - Decollazione di S. Ciro. Sovrapporta della sacrestia: Fustigazione del Santo - Angelo della lunetta di sinistra con la scritta: Protegam urbem istam ut salvem eam. Quello della lunetta di destra con le parole del Santo protettore di Portici: Noli timere ego protector tuus sum.
Tranne i due affreschi del Presbiterio, quasi tutti gli altri sono stati più o meno restaurati intaccando un po’ l'equilibrio tonale e la decisa pennellata dell'artista.

Foto : Fustigazione di San Ciro

Il martirio dei Santi Ciro e Giovanni

Altre opere nella Chiesa

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e qui di sotto le opere rovinate da un infausto restauro